PARMA – Duomo
DUOMO – CATTEDRALE DI S. MARIA ASSUNTA
La prima basilica paleocristiana (o Chiesa madre) fu costruita nel IV-V secolo, ma a causa di un incendio venne gravemente danneggiata e intorno all’860 fu riedificata per volontà del vescovo Guibodo, nelle vicinanze della precedente costruzione sacra. Nell’890 la chiesa venne denominata Domus. In seguito ad un ulteriore incendio che si verificò intorno alla metà del 1000, il duomo fu distrutto e un nuovo edificio fu fatto costruire dal vescovo Cadalo, che poi divenne antipapa nel 1061, con il nome di Onorio II. I lavori iniziarono nel 1059 e terminarono nel 1074, ma la consacrazione avvenne solo nel 1106 grazie al papa Pasquale II. Nel 1117 si verificò un terribile terremoto che probabilmente danneggiò l’intero edificio; certo è che nel periodo successivo si intervenne con diversi lavori e che per la loro realizzazione, nel 1178, collaborò anche Benedetto Antelami, scultore e architetto, molto attivo a Parma. Poco più di un secolo dopo, tra il 1284 e il 1294, il vescovo Obizzo Sanvitale fece demolire la preesistente torre campanaria e ne fece costruire un’altra. Più tardi, nel XV secolo vennero aggiunte, ad ogni navata laterale, cinque cappelle, fatte costruire dalle famiglie più importanti di Parma. Nel XII secolo venne creata la Fabbriceria, un ente nato con lo scopo di interessarsi della manutenzione e dell’amministrazione del duomo.
La facciata è a capanna ed è attraversata da tre ordini di loggette ad arcate cieche, l’ultimo dei quali, invece di essere orizzontale come i primi due, segue l’andamento del tetto. Presenta inoltre un protiro ( piccolo portico che protegge e copre l’ingresso delle chiese romaniche), un’edicola posta al di sopra di quest’ultimo e tre portali, due laterali ed uno centrale, scolpiti da Luchino Bianchino negli anni 1493-1494. L’attuale campanile (voluto dal vescovo Obizzo Sanvitale) risale alla fine del XIII secolo, è alto circa 65 metri e porta sulla sua cima una copia dell’Angelo d’oro, una statua realizzata in rame dorato, alta più di un metro, che è conservata nel duomo.
Il duomo ha una pianta a croce latina ed è divisa in tre navate. Il presbiterio e il transetto sono rialzati. È caratterizzato da: volte a crociera, una cupola alta, matronei, cripta, pilastri a fascio e cappelle laterali. Nella navata centrale si trova un ciclo religioso realizzato da Lattanzio Gambara, composto da episodi della vita di Gesù e da avvenimenti del Vecchio Testamento, che si conclude con la Ascensione di Cristo nella controfacciata. L’altare, posto sotto la cupola, è sostenuto da un’arca marmorea prevalentemente di colore rosso del XII – XIII secolo, che conserva le reliquie di alcuni martiri. Tra le opere del duomo più conosciute bisogna ricordare la Deposizione realizzata in marmo dallo scultore Benedetto Antelami nel 1178 e l’Assunzione della Vergine, affresco dipinto sulla cupola dal Correggio, tra il 1526 e il 1530. Tale affresco rappresenta alla base della cupola gli apostoli e dei bambini appoggiati ad un parapetto, intenti a guardare l’Assunzione della Vergine Maria al cielo. La Madonna si trova accerchiata dai Santi e dagli angeli, che quasi la sospingono verso il centro della cupola dove è collocata una figura non ben identificata, che potrebbe rappresentare o Gesù Cristo o l’Arcangelo Gabriele. Nei pennacchi sono raffigurati quattro santi: San Giuseppe, Sant’Ilario, San Bernardo e San Giovanni.
LA STORIA
Le notizie più antiche relative agli organi del Duomo di Parma risalgono alla prima metà del XV secolo quando Andrea da Rimini e suo figlio Pellegrino costruirono, su commissione dell’allora Vescovo suffraganeo di Parma, Domenico da Imola, un nuovo organo. Un secolo dopo, nella storia degli organi del Duomo, compare il nome di una delle più illustri famiglie organarie italiane, “gli Antegnati ” che tra il 1556 e il 1560 costruirono un grande organo per il Duomo, dapprima collocandolo nella Cappella di S.Paolo (allora Cappella del Popolo), per poi dopo pochi mesi, spostarlo nella navata centrale, in quanto a detta della gente, “lo strumento era troppo grande e le sue sonorità troppo forti”. Il magnifico organo degli Antegnati durò un paio di secoli, poi cedette al tempo e all’uso; per cui alla fine del sec. XVIII fu decisa la costruzione di un nuovo organo. Nella seduta della Fabbriceria del 9 Settembre 1786, il Can. Conte Scutellari suggerì il Nome di Giuseppe Serassi. I signori Fabbriceri, ben persuasi dell’abilità dell’organaro bergamasco già conosciuto in tutta l’Italia per le sue opere, diedero incarico ad una commissione formata dallo stesso Can.Scutellari e dal Sig.Alessandro Zanelli-Morandi, di condurre le trattative. Nel mese di Maggio del 1787 i Serassi incominciarono i lavori di montaggio dello strumento in Duomo, e il 15 Agosto dello stesso anno, in occasione della festa dell’Assunta l’organo ultimato veniva inaugurato dal M° Don Antonio Toscani, con grande soddisfazione di tutti i presenti. Dai carteggi dell’Archivio Capitolare risulta che l’organo avesse 1487 canne e due tastiere; a detta dei critici del tempo tale strumento era considerato “per architettura e per bontà ,eccellente, uno dei più stupendi organi dei fratelli Serassi di Bergamo”. Nel 1865 l’Organaro Antonio Sangalli opera un restauro e alcune modifiche all’impianto strutturale.
Intorno al 1940, l’Organo, cassa compresa, viene smontato e in parte depositato nei solai della Cattedrale; dello strumento rimangono la cassa, le canne labiali e la manticeria; mancano i somieri, le tastiere e le ance.
L’ ORGANO
Su indicazione della Soprintendenza viene redatto un progetto di ricostruzione dello strumento in base a documenti d’archivio e a una descrizione sommaria del 1930 ad opera dell’organista della Cattedrale Pietro Pallavicino. La cassa è stata restaurata e rimontata.
E’ seguita la ricostruzione della “macchina organo” che ha richiesto particolare impegno progettuale data la mole dello strumento in rapporto allo spazio disponibile la cui ristrettezza è evidenziata dalla presenza di tiranti di sostegno della cantoria e della cassa nonchè dal passaggio di accesso alla cantoria stessa.
I somieri sono in noce: quello maggiore è “a vento” con 30 pettini, quello dell’ “Eco”, posizionato dietro le tastiere, è “a tiro”, diviso in due sezioni (Bassi e Soprani). Il Principale 16′ Bassi è collocato in alto lungo la muratura di fondo; i Contrabassi (di 24′)+ Ottava (di 12′) e i Timballi sono disposti sui lati. I cinque mantici a cuneo, azionabili manualmente a stanga, sono collocati nel soprastante matroneo, un mantice a cuneo “antiscosse” è nel basamento.
Caratteristiche tecniche
Ricostruzione Organo Andrea e Giuseppe Serassi 1787 – Mascioni 2000
Ubicato in cantoria a lato sinistro della Cattedrale, lo strumento è composto di due tastiere di 59 tasti (Do-1 – Re5) con prima ottava corta: Primo organo alla tastiera superiore, Organo Eco alla tastiera inferiore (reale dal Do1), Pedaliera a leggio di 17 tasti (Do-1 – Sol#1) con prima ottava corta + pedaletto per il Tamburo.
Registri azionati da manette spostabili e fissabili a incastro, disposte su due colonne, per il Primo Organo e da tiranti a pomello in unica colonna a sinistra delle precedenti per l’Organo Eco.
Pressione dell’aria: 48 mm.
Corista: La 449 Hz a 17°
Temperamento: Tartini – Vallotti
Composizione Fonica
Seconda tastiera – Primo organo
- Principale Bassi 16′(32′)
- Principale Soprani 16′
- Principale I Bassi
- Principale I Soprani
- Principale II Bassi
- Principale II Soprani
- Ottava Bassi
- Ottava Soprani
- XII
- XV
- XIX
- XXII
- XXVI-XXIX
- XXVI-XXIX
- XXXIII-XXXVI
- XXXIII-XXXVI
- XXXVI-XL
- Cornetto I Soprani
- Cornetto II Soprani
- Fagotto Bassi
- Trombe Soprani
- Viola Bassi
- Flutta Soprani
- Flauto in VIII Bassi
- Flauto in VIII Soprani
- Flauto in XII
- Voce Umana Soprani
- Sesquialtera 2 file
- Contrabassi e Ottave (24′-12′)
- Timballi
Prima tastiera – Organo Eco
- Principale Bassi
- Principale Soprani
- Ottava
- XV
- XIX
- XXII
- XXVI
- XXIX
- Sesquialtera
- Flauto in VIII Soprani
- Cornetto Soprani
- Violoncello Bassi
- Violoncello Soprani
Accessori
Combinazione preparabile alla lombarda
Unione tastiere
Terza mano
Tamburo
RELAZIONE DETTAGLIATA
pubblicazione “L’organo della Cattedrale di Parma” di Mauro Pellegrini, con saggio di Oscar Mischiati edito dalla Fondazione Cassa d Risparmio di Parma. Silva Ed. 2001