BRESCIA – Duomo vecchio

LA CHIESA

La chiesa, dedicata all’Assunzione della Vergine, sorge sulle rovine della basilica paleocristiana di Santa Maria Maggiore de Dom, costruita tra V e VI secolo, con restauri sostanziali nell’ VIII; attorno alle metà del 1000 se ne avviò un rifacimento, finché il grande incendio che coinvolse i quartieri centrali di Brescia (1095) non ne decretò la fine e la completa ricostruzione secondo il modello più raffinato del tempo, la pianta circolare, ispirata al Santo Sepolcro.

Dell’antica basilica restano la cripta di San Filastrio – settimo vescovo di Brescia – dell’VIII secolo ed un mosaico raffigurante due gruppi di agnelli attorno al nome del diacono Siro (V secolo), come probabile ricordo di una sua donazione. Il mosaico è visibile attraverso un pavimento vetrato nel presbiterio; altre aperture lasciano intravedere i resti di un impianto termale di età romana. Nella cripta si ammirano soprattutto elementi di recupero di edifici romani, come colonne e capitelli; le volte, invece, furono restaurate e consolidate al tempo dell’edificazione della nuova chiesa.

In corrispondenza del portale d’ingresso, aperto in epoca barocca per dare un accesso al duomo anche dal livello della piazza, si ergeva la torre campanaria; fu proprio l’apertura dell’attuale porta a mettere in pericolo la statica della torre, che crollò nel 1708, distruggendo il cinquecentesco Monumento al vescovo Bollani di Alessandro Vittoria; le tre sculture principali sono oggi conservate nel Museo di Santa Giulia.

Come la vediamo oggi, quindi, la Rotonda è il risultato dell’intervento romanico e dell’aggiunta di tutta l’area del presbiterio, edificata da Bernardino da Martinengo tra fine Quattro e inizi Cinquecento; l’architetto mantenne le volte a crociera e conservò la campata centrale dell’antico presbiterio, ancora oggi riconoscibile dalla presenza di importanti affreschi del XIII secolo, raffiguranti i Quattro Evangelisti entro ornati geometrici.

Attorno alla Platea (lo spazio centrale) si snoda un deambulatorio scandito alternativamente da volte a crociera e volte a botte, soluzione interessantissima a livello statico e architettonico. Lungo il suo perimetro si incontrano il Monumento all’arcivescovo Lambertini, attribuito a Bonino da Campione, e la Tomba del vescovo De Dominicis (1478 circa), in pure forme rinascimentali. Tra tutti i monumenti, spicca la Tomba del vescovo Berardo Maggi, in marmo rosso, dei primi anni del Trecento: il Signore di Brescia è ricordato da un vivo ritratto e dalla scena della pacificazione tra Guelfi e Ghibellini.

L’ORGANO

Lo strumento è posizionato in coro, sul lato destro, entro cassa e cantoria appositamente erette per l’organo Antegnati da Battista Piantavigna da Bologna, con ante dipinte da Girolamo Romani detto il Romanino (1484/87- 1560) nel 1540.

Un cartiglio reca l’iscrizione: “N°. 416 / Fratelli Serassi / Bergamo 1826”, costruito quindi dalla ditta “Fratelli Serassi” ma in due tempi differenti: 1824-1826, primo intervento, 1829-1832, secondo intervento.

L’organo utilizza buona parte del materiale fonico proveniente dal precedente strumento realizzato da Gian Giacomo Antegnati (1495 ca – 1563) di Brescia nel 1536-7, restaurato dallo stesso nel 1555, dal fratello Giovanni Battista (1490 ca – ante 1560), che pure aveva partecipato alla sua costruzione, nel 1557, dal figlio di Gian Giacomo, Benedetto Antegnati (1535-1608) nel 1563, e oggetto di plurimi interventi nei secoli successivi fra cui si segnalano quelli di:

  1. Tomaso Meiarini (1575 ca. – 1630) di Brescia, che lo accrebbe di due registri, nel 1627;
  2. anonimo autore del XVIII secolo, che sostituì il Flauto in Duodecima con una fila del Cornetto in terza;
  3. Luigi Amati (1752-1816) di Pavia, che vi aggiunse i Contrabassi e ampliò l’estensione della tastiera a 59 tasti mediante inserimento di apposito somierino per gli ultimi nove suoni e implementazione di 81 canne, nel 1797- 1800.

L’organo Antegnati-Serassi è stato restaurato nei secoli scorsi, introducendo alcune modifiche, da:

I. Giovanni Tonoli (1809 – 1889) di Brescia nel: 1849, pulitura a seguito delle opere di demolizione e ricostruzione delle volte del presbiterio; 1853, forse solo semplice accordatura; 1861, (due volte) pulitura e revisione generale dello strumento (con reintegro di alcune canne mancanti) resisi necessari per porre rimedio ai danni causati dall’occupazione della Rotonda da parte dei militari all’epoca delle battaglie di San Martino e Solferino;

II. la ditta Giovanni Bianchetti e Vittorio Facchetti di Brescia, che, fra le varie cose, effettuò la sostituzione di uno dei cornetti con un Violino 8’ Soprani e della Viola 4’ Bassi con un Violone di 8’, la ricostruzione di tastiera e pedaliera con l’aggiunta dell’unione tasto pedale, riparazioni ai mantici, nel 1897;

III. Armando Maccarinelli (1891-1968) di Brescia, che effettuò un integrale ripristino secondo criteri storico-filologici e installò l’attuale pedaliera estesa e l’elettroventilatore, nel 1959. Da allora Maccarinelli si occupò della manutenzione dello strumento, incarico che tenne sino alla morte avvenuta nel 1968.

IL RESTAURO (attualmente in rimontaggio)

Le operazioni di restauro sono iniziate il 20.2.2017 con lo smontaggio dello strumento.

Trasferito in laboratorio hanno preso il via le operazioni di censimento e analisi delle varie componenti che hanno portato alal decisione di ripristinare l’impianto Serassi 1826 eliminando le successive modifiche.

Alla rimozione delle canne dei contrabassi, poste esterne la cassa, sono stati rinvenuti i preziosi affreschi riconducibili a Girolamo Romani. Dopo un acceso dibattito si è convenuto di collocare i somieri dei Contrabassi internamente la cassa dello strumento (per consentire la visione degli affreschi) abbattendo la parete muraria di fondo e creando una rientranza per accoglierli.

Il somiere Serassi e quelli ausiliari per le canne di Principale II e Timballi sono oggetto di restauro conservativo.

Tastiera e Pedaliera, sostituite in occasione dell’intervento del Bianchetti, sono state ricostruite su misure Serassi di strumenti coevi e sulla base delle indicazioni rilevate dalle catenacciature e meccaniche originali. La tastiera è stata realizzata con placcature dei naturali in ebano e diesis in noce placcato avorio (materiale donato al Duomo su autorizzazione del CITES Carabinieri e proveniente da un antico pianoforte).

Lo stato di conservazione della fonica più antica risalente a Gian Giacomo Antegnati e Tomaso Meiarini è parso sin da subito preoccupante per la quantità di canne in sofferenza a causa di un fenomeno di tipo fisico (trasformazione allotropica di una struttura cristallina, detto cancro nel caso specifico dello stagno). Analisi chimiche in collaborazione con il dipartimento di chimica del Politecnico di Milano hanno evidenziato forti degradazioni superficiali nelle canne in stagno Antegnati e Meiarini e molto meno marcate per quelle Serassi.

La trasformazione allotropica dello stagno è strettamente correlata a due fondamentali parametri: la purezza della lega, la temperatura ambiente. Ogni volta che la temperatura scende al di sotto del 13,2 gradi si possono innescare i fenomeni di trasformazione allotropica che accelerano al diminuire della temperatura e all’aumentare dell’umidità: ossigeno e idrogeno unitamente alla composizione della lega dello stagno sono le principali cause del degrado. Questo fenomeno non può purtroppo essere fermato ma solo rallentato cercando di isolare le superfici delle canne dal contatto con l’aria, nel caso delle canne antiche dell’organo del Duomo mediante l’applicazione, facilmente reversibile, di una specifica cera micro-cristallina.

La fonica è risultata completa ad eccezione delle canne della quarta fila del Cornetto che è stata ricostruita su misure Serassi.

Presto aggiornamenti.

DETTAGLI TECNICI

Organo Gian Giacomo Antegnati 1536 – Serassi 1826

Tastiera scavezza di 62 tasti (Do-1 / Fa5)

Pedaliera scavezza di 18 pedali (Do-1/La1) 12 note reali sempre unita alla tastiera

Tiraripieno
Combinazione libera alla lombarda

COMPOSIZIONE FONICA
COLONNA SINISTRA

CORNETTO I Soprani (due file)
CORNETTO II Soprani (due file)
FAGOTTO Bassi (dal Do1)
TROMBE Soprani
CLARONE Bassi (dal Do1)
VIOLONCELLO Soprani
VIOLA Bassi (dal Fa-1)
FLAUTO TRAVERSIERE Soprani
FLAUTO in VIII (dal Fa-1)
FLAUTO in XII (dal Fa-1)
CORNETTO in XV Bassi (dal Fa-1)
OTTAVINO Soprani
VOCE UMANA
TIMBALLI

 

  • IN ROSSO registri composti da canne antiche Antegnati – Meiarini
COLONNA DESTRA

PRINCIPALE I Bassi (dal Fa-1) 12’
PRINCIPALE I Soprani
PRINCIPALE II Bassi (dal Do1)
PRINCIPALE II Soprani
OTTAVA bassi (dal Fa-1)
OTTAVA Soprani
DUODECIMA (dal Do1)
QUINTADECIMA (dal Fa-1)
DECIMANONA (dal Fa-1)
VIGESIMASECONDA(dal Fa-1)
VIGESIMASESTA E NONA (dal Fa-1)
TRIGESIMATERZA E SESTA (dal Fa-1)
QUADRIGESIMA – QUADRIGESIMATERZA (dal Fa-1)
CONTRABASSO I + Rinforzi
CONTRABASSO II

NB: Foto prima dello smontaggio dello strumento per i lavori di restauro previsti nel 2017-2018

PAGINA INTERNET UFFICIALE
ORGANO DEL DUOMO VECCHIO DI BRESCIA
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